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al testo di Rosetta Sacchi
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Sta tramontando maggio cupo di venti e di foschie di voli annullati nidi intimoriti alberi, scrigni sigillati,
in attesa d’un sole alle finestre sull’asfalto nei giardini e sul legno fradicio di panche superstiti a cieli rovesciati _pianti a dirotto tra le rughe d’una terra nuda memore d’ataviche ferite_
D’un tratto è un raggio che s’espande e ravviva un mondo uno spazio intorno immaginato vuoto
D’un tratto di rondini nel cielo acuto un grido si diffonde sul fitto chiacchiericcio del fogliame e distoglie dal melodico canto d’una capinera o dal monotono grugare delle tortore
ed ogni altro suono scompone come in un infrangersi di vetri, trasparenza di schegge che si colora
Non è oro tutto ciò che luccica e la gazza attratta dal fulgore non s’avvede dell’inganno né le importa
D’un tratto il passo si fa lieve ameno il percorso quotidiano pur se di fatiche il giorno è colmo
Il tramonto recherà alla sera il muro l’ombra la luna e il pozzo a completar l’opera e la tela. Una speranza nuova d’un tempo allegro nelle vie, d’estate… Dell’estate che ora s’avvicina.
“Maggio 2023” |
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